www.pegli.comVilla Durazzo PallaviciniIl parco premiato come più bello d'Italia

Per quanto riguarda la sezione dedicata a Villa Durazzo Pallavicini, si consiglia vivamente la visita al sito www.villapallavicini.info, più ricco di informazioni e fotografie.

 

L’attuale villa sorge nel luogo in cui già si trovava il palazzo di villeggiatura del Doge Gio Battista Grimaldi.

Clelia Durazzo, capace botanica di fama europea e moglie di Giuseppe Grimaldi, volle realizzare (settembre 1846) e successivamente ampliare un giardino botanico.

La costruzione del parco fu voluta dal Marchese Ignazio Alessandro Pallavicini, nipote di Clelia Durazzo. La realizzazione del parco si inserisce in un periodo di notevoli trasformazioni urbane per Pegli, come la costruzione della stazione ferroviaria (con fermata obbligatoria di tutti i treni per 100 anni) e dell’Hotel Michel.

La costruzione del parco e la ristrutturazione del palazzo iniziarono nel 1840 ed il progetto fu realizzato dall’Architetto Michele Canzio.

L’inaugurazione avvenne nel 1846 durante VIII° Congresso degli Scienziati Italiani; su invito del Marchese, un gruppo di studiosi botanici partecipò all’inaugurazione rimanendone notevolmente colpiti.

Negli anni successivi si susseguirono vari miglioramneti non solo per la villa ma anche per la città come la già citata realizzazione della stazione e dell’Hotel Michel.

Nel 1928, per volontà della Principessa Matilde Giustiniani, la villa e tutto il parco furono donati al Comune di Genova. Il Municipio si impegnò a mantenere il parco ad uso pubblico ed il palazzo ad uso culturale.

Il parco non fu mai aperto nella sua interezza, in occasione dei lavori autostradali fu addirittura chiuso (1963 e 1972).

Il parco di villa Pallavicini non è un semplice insieme di prati variamente arredati e aree boscose, in realtà deve essere interpretato nella sua interezza. Rappresenta un’opera teatrale, un susseguirsi di scene architettoniche e botaniche particolarmente studiate. L’Architetto Canzio, scenografo del Teatro Carlo Felice dal 1828 al 1854, strutturò il parco come un’opera teatrale composta da un prologo e tre atti di quattro scene ciascuno.

 

Descrizione del 1865 …

Il cancello principale è posto tra due piccoli edifici quadrati nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria. Il viale principale, ornato con due file di elci, mediante un cavalcavia supera con leggera pendenza la via ferrata accompagnando il visitatore fino al Palazzo.

Il percorso inzia lungo il viale gotico, un sentierino secondario conduce alla coffée-house.

Il coffée-house è un edificio quadrilatero con un terrazzino ornato con otto colonne di stucco (finto marmo) e ringhierine di ghisa.

Al piano del terrazzino è visibile un’iscrizione dedicata alla Regina di Sardegna e al Principe di Carignano (1846). Sono da notare pregevoli bassirilievi del Cevasco raffiguranti la primavera e l’autunno. Sono anche presenti quattro statue di Carlo Rubatto raffiguranti: Leda, Pomona, Ebe e Flora. L’interno e affrescato con figure femminili in stile pompeiano arredato con quattro vasi in stile etrusco.

Attraversando l’arco realizzato nel coffée-house, si accede al viale classico, affiancato da vasi di agrumi, che conduce all’arco di trionfo.

La facciata dell’arco di trionfo presenta quattro colonne, due statue allegoriche (l’abbondanza e la letizia), vari bassorilievi e quattro geni che spargono fiori sui passanti. Sulla cima due ninfe sorreggono lo stemma della famiglia Pallavicini. Una scritta sul frontone, invita il visitatore ad abbandonare le grandezze terrene per aspirare alle semplici e quiete gioie della campagna.

Superato l’arco, questo subisce una notevole trasformazione stilistica e il visitatore si trova in una zona campestre caratterizzata da una casetta rustica. Nella zona vi è anche un ruscello superabile con un ponticello di legno.

 

Si giunge quindi nella zona delle giostre, quest’area originariamente era coltivata con vigneti e olivi successivamente sostituiti con boschetti di pini ed alcuni sugheri. Entrambe le giostre sono manovrabili esclusivamente manualmente.

Lasciando le giostre il visitatore si addentra nel viale delle camelie e finalmente arriva in riva ad un piccolo lago. L’afflusso dell’acqua è garantito da una cascatella. Sulla riva si può notare una magnifica magnolia. La parte più stretta del lago è attraversabile mediante un ponticello che porta il visitatore ad un sentiero che conduce ad una capanna posta sul ciglio di un piccolo burrone.

Allontanandosi da questa zona, lo “spettatore” giunge in prossimità di una cappella gotica dedicata alla Madonna. Sullo sfondo noterà un finto castello diroccato da qualche guerra medioevale frutto dell’immaginazione.

Dopo aver superato un capanno svizzero, si arriva al castello trecentesco. L’edificio di forma quadrata presenta una torre centrale cilindrica fittamente coronata di merli. Il castello non è solo una facciata ma contiene splendidi arredi e affreschi interni.

Non lontano dal castello vi è il mausoleo gotico, ricco di fregi e bassorilievi, che ospita i resti del capitano del castello.

Passando davanti ad una grotta artificiale, il visitatore giunge infine al lago grande. Al centro dello specchio acqueo sorge il tempio greco sorretto da otto colonne e contenente una statua di Diana. L’isolotto è adornato da quattro tritoni. In prossimità del lago sono anche presenti: il chiosco turco, un obelisco egizio, la pagoda cinese, il tempio di Flora ed il giardino segreto realizzato come una serra in vetro e ghisa.

Non lontano dal lago vi è il monumento a Chiabrera posto in riva ad un laghetto e circondato dai cipressi.

Nel parco sono anche presenti: un busto di Michele Canzio, la raffigurazione allegorica della lotta tra l’aquila ed il coccodrillo, i giochi d’acqua ed il giardino botanico.

Nel palazzo è ospitato il museo archeologico ligure.